IL TEATRO A SCUOLA: Aladdin al Vittorio Emanuele | 3C per Fatti e Misfatti

La mattina del 7 dicembre le classi della primaria e della secondaria dell’Istituto Comprensivo “Paino Gravitelli” hanno avuto la possibilità di assistere allo spettacolo teatrale “Il mondo è mio” della scuola di danza Bonanno presso il teatro Vittorio Emanuele di Messina. 

Lo spettacolo si basava sulla celebre fiaba che racconta di un giovane fannullone, Aladino, della sua storia d’amore con la principessa Jasmine e della lampada magica che, una volta strofinata, favorisce l’apparizione di un enorme genio blu capace di esaudire tre desideri.

La rappresentazione delle avventure di Aladino, curata nei minimi particolari, è riuscita a coinvolgere tutti gli spettatori, anche quelli generalmente non abituati ad assistere ad uno spettacolo di danza. Le musiche, i costumi, le luci, le coreografie erano straordinarie, ma sicuramente l’effetto speciale di un tappeto sospeso in aria con i protagonisti Aladino e Jasmin ha ricevuto gli applausi più entusiastici, così come di grande effetto è stata la prima apparizione del genio della lampada.

La storia di Aladino e della lampada magica è tratta dalla raccolta di racconti anonimi della tradizione araba, dal titolo “Le mille e una notte“: un libro che racchiude alcune famose favole in lingua originale e che hanno radici molto antiche. Si tratta di narrazioni fantastiche che ci trasportano con la mente in terre lontane, raggiungibili volando su un tappeto magico, seguendo le avventure di coraggiosi eroi mediorientali, tra cui: Aladin, Sinbad il marinaio e Ali Babà e i quaranta ladroni.

Un giovane molto povero di nome Aladino va a lavorare presso un mago malvagio, che finge di essere il fratello del padre defunto e gli chiede di aiutarlo a recuperare una vecchia lampada a olio. I due s’incamminano verso una “grotta incantata“, che imprigiona chi vi entra. Tradito dal cattivo stregone, Aladino rimane rinchiuso nella grotta, ma riesce a tenere con sé la lampada e scopre che può evocare un genio che ha il compito di esaudire i desideri della persona che ha in mano la magica lampada.

Con l’aiuto del genio della lampada, Aladino diventa molto ricco e potente. A un certo punto, conosce e sposa la principessa Badrulbudur, figlia del gran sultano del Catai. Quando tutto sembra che vada per il meglio e la vita scorre felice, il malvagio stregone ritorna e riesce a farsi consegnare la lampada dalla moglie di Aladino (che ne ignorava i poteri), e la rapisce.

Intanto, Aladino scopre che un altro genio, anche se meno potente di quello della lampada, può essere evocato strofinando un anello che il mago malvagio gli aveva dato durante il suo tradimento iniziale. Aiutato dal genio del magico anello, Aladino mette del sonnifero nel vino e ne fa bere un bicchiere allo stregone, il quale si addormenta.

Dopo aver liberato Badrulbudur e recuperato la lampada magica, Aladino e sua moglie ritornano a casa. Una volta giunti al palazzo, chiedono al genio della lampada di rinchiudere il mago in una prigione (dalla quale non riuscirà mai più a fuggire).

Aladino e la principessa Badrulbudur vivranno felici e contenti regnando per molti anni sulle loro terre in modo giusto e generoso. Il loro popolo li ricorderà sempre per la loro gentilezza e semplicità.

L’insegnamento, nelle avventure di Aladino e della lampada meravigliosa, risiede soprattutto nel viaggio interiore del suo protagonista, che dall’ingenuità e dall’immaturità passa alla responsabilità ed alla saggezza della vita adulta. Un cammino che tutti noi dovremo percorrere, attribuendo sempre grande importanza al valore del sacrificio e credendo nella promessa di felicità del sabato leopardiano: “questo di sette è il più gradito giorno/pien di speme e di gioia”.

AUGUSTO NOSTRO

CLASSE 3° C

PLESSO “ANNIBALE MARIA DI FRANCIA”

XI ISTITUTO COMPRENSIVO GRAVITELLI

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