LA VALIGIA DI HANA BRADY – riflessioni sulla Shoah | 4F per La Mongolfiera News

Quest’anno, in classe, mentre approfondivamo il tema della Shoah, dopo  la visione di alcuni filmati alla lavagna interattiva touch, siamo rimasti incuriositi dall’ immagine di una  valigia, con sopra scritto, con vernice bianca, Hana Brady, 16/ v. 1931, Waisenkind (che in tedesco significa orfana).

Così è iniziata la nostra attività di redazione e con la regola delle 5 W: What – Che cosa, Who – Chi, Where – Dove, When – Quando, Why – Perché, abbiamo ricostruito la storia di Hanna Brady, una ragazza ebrea deportata nel ghetto di Terezin prima, e dopo ad Auschwitz.

Hana Brady, era una ragazzina ebrea, non molto conosciuta, è stata una vittima cecoslovacca dell’Olocausto, uccisa dai nazisti nelle camere a gas di Auschwitz. Hana era la figlia di commercianti e divenne famosa per essere la protagonista del libro “La valigia di Hana” scritto nel 2002 da Karen Levine, una giornalista canadese (Gemma Intersimone).

Prima del libro, venne trasmesso alla radio, un documentario dal titolo “Hanna”. L’autrice Karen Levine ha basato il suo libro sul documentario “Hana’s suitcase”: una storia vera. Il libro ha ricevuto diversi premi (Emanuela Matturro).

La valigia arrivò nel piccolo museo dell’Olocausto di Tokio, nel marzo del 2000, dal museo di Auschwitz, per una mostra temporanea. Arrivarono anche altri oggetti appartenenti a dei bambini ebrei: una scarpa, un paio di occhiali, un maglioncino (Giulia Bonaccorso).

La valigia suscitò molto interesse nell’educatrice del museo, Fumiko Ishioka e nei bambini che lo frequentavano, così Fumiko decise di andare in Europa per scoprire chi era Hana. Dopo molte ricerche, scoprì che Hana era nata il 16 maggio del 1931 e che aveva un fratello di nome George, che viveva a Toronto, in Canada (Alessio Arena).

A Toronto si sposò ed ebbe 3 figli: due maschi e una femmina. George era felice di parlare di sua sorella e di realizzare il sogno di Hanna, quello di diventare insegnante (Giovanni Giannetto).

George è stato intervistato diverse volte, e non solo da Fumiko, ma anche da alunni di diverse scuole. Il fratello di Hana ha raccontato che la loro famiglia era ricca (Sofia Lo Vecchio).

I genitori avevano una drogheria ed erano molto conosciuti in paese. L’1 settembre del 1939, i nazisti incominciarono ad uccidere gli ebrei nei campi di concentramento. Anche la famiglia Brady venne deportata (Desiree Bonarrigo).

La famiglia Brady era aperta ad artisti di ogni genere: musicisti, pittori, poeti e attori (Michele Caccamo).

Quando gli artisti avevano fame, trovavano sempre un pasto caldo preparato da Boshka, cameriera e cuoca della famiglia Brady (Usliyanage Katia Sangayana Hamy).

Purtroppo la tranquillità dei Brady finì con l’arrivo della 2 guerra mondiale. La famiglia era ebrea e così cominciò a perdere tutte le libertà. Fino a quando furono portati nei campi di concentramento. Per prima fu deportata la mamma e dopo il padre (Emanuela Matturro).

Hana e il fratello furono accolti dagli zii Ludvig e Hedda, entrambi cristiani, prima di essere deportati anche loro a Terezin il 14 maggio 1942. Furono sistemati in una baracca, insieme ad altri bambini e ragazzi, fecero diversi disegni che poi vennero conservati e rinvenuti dopo la guerra (Hiruni Perera).

Nel campo di concentramento erano sistemati da una parte, i bambini e gli uomini e dall’altra le bambine e le donne. George fu trasferito ad Auschwitz. Dopo qualche settimana anche Hana con tante altre ragazze e, il 23 ottobre del 1944, arrivò ad Auschwitz, dove fu uccisa, lo stesso giorno, nella camera a gas (Fiammetta Frassica).

George raccontò che Hana era una bellissima bambina di undici anni, vivevano felici a Nove Mesto, un paesino della Cecoslovacchia, con i genitori, fino a quando i genitori furono arrestati e portati nei campi di concentramento (Sofia Liu).

Hanna aveva i capelli biondi, gli occhi azzurri ed era molto graziosa. Insieme, si divertivano a giocare. In estate, facevano finta di essere in marina , si arrampicavano dentro una vecchia tinozza di legno e fingevano di trovarsi a mare, finché uno dei due non toglieva il tappo al centro e cominciavano ad affondare (Purna Fernando).

La valigia di Hana continua ancora a viaggiare per il mondo. E’ stata ospitata in 800 scuole, incontrando

160.000 studenti di tutto il mondo (Christian Mantineo).

                                                                                                                                  Classe 4 F

                                                                                                                                 Plesso Cristo Re

                                                                                                                                 XI IC Gravitelli-Paino