Aurora Tamigio e “Il cognome delle donne” | incontro con l’autrice


Presso il centro Il Circolo venerdì 24 novembre è stato presentato dalla scrittrice Aurora Tamigio il romanzo “Il cognome delle donne” introdotto dalla Signora Daniela Bonanzinga che ha messo in evidenza il messaggio fondamentale del libro, che indica alle donne l’unico mezzo per potersi emancipare: il fare. Lavorare nella società civile mettendo il proprio impegno principalmente nella diffusione della cultura in tutte le istituzioni è l’unico modo per poter abbandonare i luoghi comuni e gli stereotipi di genere. Per questo motivo è stata ricordata la figura della esponente politica messinese Angela Bottari recentemente scomparsa, una delle pioniere delle leggi contro il delitto d’onore, alla quale è stato tributato un applauso e una standing ovation. La dirigente scolastica Domizia Arrigo ha poi preso la parola sottolineando l’importanza della scuola nell’avvicinare i giovani alla lettura e l’impegno che essa deve avere di agire non solo coinvolgendo i ragazzi ma anche gli adulti. La professoressa Lucilla Risicato ha poi osservato che in effetti alla cultura della violenza si risponde con la cultura e non con la repressione. Essa ha evidenziato inoltre la duplice dimensione storica e personale del romanzo che abbraccia un arco di tempo che va dagli anni venti agli anni ottanta del secolo scorso che ha visto l’attuazione di una serie di leggi (come quelle sul diritto all’aborto e al divorzio), indagato dalla scrittrice con estrema maturità linguistica ed espressiva. Sono state quindi citate le protagoniste femminili del libro a cominciare da Rosa, madre di tre figlie che sfugge al padre burbero e si sposa prendendo le redini dell’osteria del marito, un uomo violento di estrema attualità e che genera rabbia e frustrazione nel lettore per il suoi atti di sopraffazione fisica e psicologica. La candidata a Rettore Professoressa Spatari ha evidenziato come nella sua pratica professionale sia frequente occuparsi della violenza di genere causata da una asimmetria nel rapporto di coppia e che riguarda soprattutto donne giovani che subiscono soprusi a causa della loro voglia di riscatto e della loro carriera lavorativa che genera un gap con il partener non tollerato dall’uomo. La professoressa ha evidenziato come nel passato le donne non fossero vittime di femminicidio perché educate ad osservare un comportamento corretto e ha chiesto all’autrice quanto sia importante il ruolo dell’educazione materna nel crescere figli rispettosi della diversità di genere. La scrittrice ha però evidenziato che l’educazione non deve essere esclusivo compito della madre ma anche del padre e che quello che manca nelle famiglie è spesso il dialogo e l’educazione all’affettività e all’espressione dei sentimenti. L’ autrice ha poi ricordato la sua infanzia quando ancora bambina si chiedeva perché non fosse un obbligo portare anche il cognome della madre e come sia importante creare negli uomini un senso di disagio di fronte ai vari eventi di cronaca che si susseguono e alle varie difficoltà che le donne incontrano nell’esprimere se stesse nei vari ambiti della società. La conclusione del dibattito è stata un accorato invito da parte di tutte le relatrici a non sottovalutare i campanelli di allarme e le richieste di aiuto delle donne la cui vera forza risiede nel fare comunità coalizzandosi contro una cultura troppo spesso ancorata ad una mentalità di tipo patriarcale.


Giusy Zingarelli
XI IC Gravitelli